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Palmer Luckey, i suoi Transformer e la guerra dopo gli Stati
Qualcuno ricorderΓ che, in un articolo della scorsa primavera vi parlai di Palmer Luckey, giovanissimo fondatore di Oculus Rift (poi venduta a Meta per due miliardi), e della sua βnuovaβ azienda Anduril che promette di rendere la guerra piΓΉ economica e, per certi versi, βcoolβ come una start-up con il biliardino (o come una camicia floreale da 2000 dollari, visto il personaggio in questione).
Ebbene anche alla luce dei recenti sviluppi della politica americana sospetto che di Luckey sentiremo molto parlare, e non solo per il suo endorsement a Trump fin dal 2016. Mi pare perciΓ² dβuopo tornare a occuparmi, in modo piΓΉ approfondito, di lui, di Anduril e della peculiare, e per molti versi inquietante, visione della guerra che propone.
Fondata nel 2017, Anduril prende il nome dalla leggendaria spada di Aragorn nel Signore degli Anelli e incarna la visione di Luckey di una guerra al contempo tecnologicamente iper-sofisticata ed estremamente economica.
Mentre la maggior parte dei giganti della Silicon Valley si mantiene a debita distanza dal settore della difesa, Luckey presenta il suo impegno militare come una specie di missione per la βsicurezza americanaβ e per βla pace nel mondoβ. Il solito paradossale βsi vis pacem, para bellumβ, che Γ¨ tanto vero, e verificabile, a livello strategico, quanto spesso una foglia di fico per i piΓΉ cinici opportunismi economici.
In proposito Luckey, che si definisce libertarian pendente a destra (scuola Peter Thiel, insomma), ha dichiarato in unβintervista ai βnemiciβ di NPR:
βle principali aziende del settore della difesa non hanno il giusto talento o la giusta struttura di incentivi per investire in cose come lβintelligenza artificiale e la robotica. E le aziende con le giuste competenze, come Google, Facebook e Apple, si rifiutano di lavorare con la comunitΓ della sicurezza nazionale statunitenseβ.
Nel giro di sei anni Anduril ha assemblato una squadra di veterani della tecnologia, dellβesercito e della sicurezza nazionale americana e con essa si propone di rivoluzionare il settore con droni autonomi (aerei e terrestri) e software AI che, tramite dati ricavati da sensori, promettono di trasformare il controllo sulla guerra reale in una specie di grande videogioco strategico.
Lβhype per la guerra
Luckey che ha una biografia da prodigio dellβingegneria a cavallo tra meccanica e informatica, hardware e software β da bambino costruiva laser e a 16 anni ha assemblato il primo visore per realtΓ virtuale in un camper parcheggiato davanti casa dei suoi β Γ¨ anche il fiero possessore della piΓΉ grande collezione di videogiochi della storia. La tiene chiusa in un bunker anti-atomico dismesso. A differenza di uno come Elon Musk, che ha scoperto il lato cool della questione giunto ormai alla mezza etΓ , Palmer non finge di essere uno strano nerdβ¦ Γ¨ uno strano nerd.
Quando Luckey parla di un drone come se fosse un nuovo Transformer non Γ¨ una posa ma la manifestazione di un genuino entusiasmo per lβapprossimarsi della realtΓ ai mondi fantastici di cui si nutre la sua immaginazione. Ecco un esempio, sempre dallβintervista a NPR:
βΓ un drone che viene lanciato in aria da un tubo, quindi si dispiega, estende le ali, estende la coda, apre l'elica e si trasforma in un piccolo aereo. PuΓ² trasportare una testata esplosiva fino a 13 chili. Quindi ha una grande potenza.β
Luckey non si limita a vendere tecnologie: vende unβidea della guerra iper-moderna, quasi unβestetica.
Gli armamenti di Anduril sono estremamente brandizzati, hanno linee da oggetti di design e vengono presentati con video molto curati, con un gusto a metΓ tra la tipica levigatezza della Silicon Valley e quella di videogiochi come Metal Gear Solid, una reference molto palese.
Se non sapessimo che si tratta di un drone che porta esplosivi potremmo pensare che si tratti del lancio di un nuovo eccitante gadget tecnologico. Forse perchΓ© per Luckey e per Anduril, in fondo, un drone che porta esplosivi non Γ¨ che un ennesimo gadget tecnologico.
Anche i commenti sotto il video non sono molto diversi da quelli, pieni di hype e facili entusiasmi, che si potrebbero trovare sotto il trailer di un videogioco o la presentazione di un nuovo iPhone.
βIn qualitΓ di esperto militare certificato di YouTube, posso affermare che Γ¨ incredibilmente cool e che ne voglio subito uno"!β
βMettetelo in un gioco di Call of Duty e tra qualche anno avrete a disposizione 100.000 operatori addestratiβ
βΓ incredibile e di una creativitΓ eccezionale! Andate a fargli il culo, ragazzi!β
βDesign e ingegneria assolutamente straordinariβ
La maggioranza dei commenti si concentra sul livello ingegneristico raggiunto e/o esprime entusiasmo senza riserve per lβoggetto, a prescindere da qualunque considerazione o remora rispetto ai suoi scopi.
Γ la trasformazione della guerra β grazie alla totale disintermediazione dei contenuti via social β nellβennesimo campo di esercizio di hype social fine a se stesso.
Inutile dire che Luckey β che Γ¨ insieme tech-nerd, gamer, maker, super-ingegnere e libertarian convinto che la forza sia lβunica vera grammatica del mondo β in mezzo a questo tipo di entusiasmo ci sguazza.
Intoppi e visioni
Il problema semmai Γ¨ che dietro lβentusiasmo per lβimmagine, i prodotti di Anduril β o almeno cosΓ¬ dicono i soldati ucraini che ne fanno giΓ uso in guerra β sono ancora piagati da numerosi bug, da inaffidabilitΓ che richiedono un costante aggiornamento per superare le contromisure russe.
Questi problemi, secondo Luckey, tuttavia sono solo intoppi ingegneristici che si risolveranno. Gli intoppi ingegneristici, del resto, nel suo mondo si risolvono sempre.
Nel frattempo Anduril si Γ¨ aggiudicata numerosi contratti con il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e, con il sostegno di Peter Thiel, ha sviluppato tecnologie per la sorveglianza delle frontiere, che sono state criticate da attivisti per i diritti civili e additate come strumenti invasivi di controllo.
Luckey respinge ogni accusa, sostenendo che, senza innovazione, la sicurezza nazionale Γ¨ destinata a essere superata e che una difesa moderna richiede metodi radicalmente diversi.
In quasi tutti i suoi interventi pubblici Palmer esprime e ribadisce la convinzione libertaria che la tecnologia non sia buona nΓ© cattiva, ma semplicemente uno strumento di potere e che il compito di una societΓ tecnologica responsabile sia quello di dotarsi degli strumenti di potere piΓΉ efficienti.
Quello che Γ¨ essenziale della visione di Anduril sono due aspetti: da un lato una guerra pressochΓ© del tutto autonoma, robotica e combattuta pressochΓ© senza coinvolgimento umano e spreco di vite di soldati. Una prospettiva apparentemente progressista ma che in realtΓ nasconde enormi problemi etici circa le eventuali regole di ingaggio e le responsabilitΓ delle βmacchineβ in caso, per esempio, di vittime civili collaterali.
Anche in considerazione di simili problematiche al momento il Dipartimento della Difesa americana rifiuta di considerare lβacquisto di armi totalmente autonome mentre Luckey in merito ha dichiarato:
βI nostri avversari usano frasi che suonano davvero bene come: βNon puoi non essere d'accordo sul fatto che un robot non dovrebbe mai poter decidere chi vive e chi muore?β E la mia risposta Γ¨: dov'Γ¨ la superioritΓ morale di una mina che non distingue tra un bus pieno di bambini e un carro armato russo?β
Lβaltro aspetto fondamentale della filosofia di Palmer Γ¨ lβidea di una guerra dai costi sempre piΓΉ ridotti, grazie alla sostituzione di pochi grandi mezzi costosissimi (aerei, carri armati etc) con sciami di droni e tante piccole unitΓ autonome, maggiormente sacrificabili poichΓ© sostituibili a basso costo. Una guerra, si potrebbe dire, basata su grandi economie di scala.
Una βdemocratizzazione della tecnologia bellicaβ, come la definisce Luckey, che se da un lato permetterebbe di ridurre i budget della difesa a favore di altre spese (rendendo tuttavia al contempo meno βsconveniente, e quindi frequente, il ricorso alle armi), dallβaltra apre una grande questione: un esercito di armi autonome e a basso costo non finirebbe per mettere in discussione il βmonopolio della violenzaβ degli Stati?
βBellum omnium contra omnesβ, in salsa Thiel
In un mondo di corporation da trilioni di dollari, quanto costerebbe a ognuna di esse assemblare un esercito Γ la Luckey? La risposta Γ¨ semplice: una piccola percentuale del loro capitale.
Non Γ¨ una fantasia distopica fine a se stessa ma un ingrediente del milieu filosofico di cui Γ¨ impregnato Luckey.
Soprattutto se consideriamo che uno dei suoi mentori e finanziatori Γ¨, come detto, quello stesso Peter Thiel che da tempo sostiene il superamento dello Stato come forma di organizzazione sociale, proprio a partire dal superamento del suo βmonopolio della violenzaβ, per effetto della βdisruptionβ tecnologica definitiva.
Secondo Thiel, e altri pezzi grossi della Silicon Valley, lo Stato non Γ¨ un Leviatano che sopprime la violenza tra gruppi e individui ai fini del bene collettivo, bensΓ¬ un coercitore-repressore delle Γ©lite tramite il βmonopolio della violenzaβ e di altri strumenti come il fisco, che servono a mantenere una minoranza di individui particolarmente produttivi ed efficienti alla mercΓ© di masse di soggetti improduttivi e dipendenti.
Al suo posto Thiel immagina un forma di anarco-capitalismo in cui le Γ©lite potrebbero finalmente de-finanziate gli Stati, lasciando al proprio destino gli individui sotto un certo reddito, per vivere in paradisi fiscali o fondare micro-nazioni gestite come corporazioni.
CiΓ² tuttavia comporterebbe ovviamente il ritorno allβincubo hobbesiano del βbellum omnium contra omnesβ, la guerra di tutti contro tutti. Uno scenario di violenza diffusa e pervasiva in cui perΓ², sostiene Thiel, le Γ©lite economiche saprebbero prosperare proprio grazie alla capacitΓ di acquisire forme di sicurezza privata sempre piΓΉ efficienti (incidentalmente questo mondo Γ¨ lo stesso di uno dei piΓΉ grandi classici della fantascienza cyberpunk: Snow Crash di Neal Stephenson).
Non serve aggiungere che un mondo simile Γ¨ un mondo in cui il tipo di tecnologia di difesa che offre Luckey sarebbe perfettamente a suo agio. E che la vittoria di Trump e l'ascesa (anche politica) di Elon Musk, due figure che incarnano un profondo rifiuto delle strutture e dei poteri consolidati, offrono ulteriore propellente a visioni come quella di Palmer Luckey.
Dietro lβimmagina del βbuonβ patriota trumpiano, del difensore della sicurezza nazionale, dellβamico di Zelensky e del nerd con il mullet e le camicie haiwaiane di Palmer Luckey si cela un retroterra ideologico molto piΓΉ cospicuo di quanto appaia e soprattutto una trama di filosofia della Storia β la relazione tra Stati e tecnologie in grado di disintermediare tutte le loro prerogative β che Γ¨ forse la singola traccia piΓΉ importante e cruciale del contemporaneo, quella che tiene insieme i piΓΉ disparati, ma rilevanti, fenomeni di questa epoca inquieta. Ci torneremo.
Se siete nuovi da queste parti, io mi chiamo Cesare Alemanni. Mi interesso di questioni allβintersezione tra economia e geopolitica, tecnologia e cultura. Per Luiss University Press ho pubblicato La signora delle merci. Dalle caravelle ad Amazon, come la logistica governa il mondo (2023) e Il re invisibile. Storia, economia e sconfinato potere del microchip(2024).
Grazie, Γ¨ sempre bello leggere queste storie.
Prima o poi qualcuno doveva schierare anche la Silcon Valley, iniziano ad uscire tanti personaggi che erano stati ignorati per anni