Macro | ๐ Quale ordine? - I ๐
Di cosa parliamo quando parliamo di "ordine internazionale"? Prima puntata: dalla "pace perpetua" di Kant alla guerra fredda.
[Questo รจ il primo di tre post โ EDIT: qui il secondo e il terzo โ sul tema del cosiddetto โordine liberale internazionaleโ. Approfitto della parentesi per segnalarvi che sabato 23, alle 10.30, sarรฒ a Piacenza, ospite del Festival del Pensare Contemporaneo, per parlare di logistica e della fine, vera o presunta, della globalizzazione]
Se seguite le vicende internazionali vi sarร spesso accaduto di incontrare lโespressione โliberal International orderโ (โordine liberale internazionaleโ) o โrules-based International orderโ (โordine interazionale basato sulle regoleโ). Negli ultimi anni, soprattutto la seconda, la si usa di frequente per denunciare lโaggressione russa dellโUcraina.
Chi parla di โrules based International orderโ (โr.b.i.o.โ) dโabitudine lo presenta, in modo piรน o meno consapevole, come un dato naturalizzato e auto-sufficiente della politica internazionale. Come il frutto di un inevitabile accordo metafisico su ciรฒ che un โordine mondialeโ deve essere e su quali devono essere le sue โregoleโ. Rafforzando implicitamente il jโaccuse a chi contravviene. Ma รจ cosรฌ? Possiamo davvero dire che il โr.b.i.o.โ rappresenti un โuniversale eticoโ o si tratta invece di un istituto storico e contingente?
Per capirlo bisogna chiedersi: quando ha iniziato lโessere umano โ e quali specifici essere umani hanno cominciato โ a porsi il problema di fornire un โordineโ al mondo, o quantomeno alle relazioni internazionali? Alcune risposte ci porterebbero fino allโAtene di Pericle ma, per semplicitร , diciamo che il periodo, e il luogo, in cui per la prima volta ci si pone tale questione รจ il Nord-Europa del tardo Settecento. Dopo tre secoli di guerre, seguite alla frammentazione della cristianitร medievale (a suo modo un ordine), e motivate prima da questioni religiose e poi geo-economiche (un gradiente che ci racconta dellโingresso della modernitร nelle dinamiche europee), numerosi filosofi iniziano a chiedersi se possa esistere un โordineโ (laico) per regolare i rapporti tra Stati.
Alcuni di loro โ Kant il piรน noto โ immaginano una specie di federalismo mondiale retto da accordi tra paesi che si garantiscono reciprocamente il rispetto, tra lโaltro, del principio di non aggressione. Un problema, tuttavia, pare evidente: come possono esistere regole, e garanzie, in assenza di potere coercitivo e di istituzioni dotate, per diritto, di una sovranitร superiore a quella dei singoli Stati.
Ogni speranza di โpace perpetuaโ viene beffardamente travolta dalle guerre napoleoniche. Il paradosso รจ che, al corrente del dibattito tra filosofi, Napoleone si presenta come un Leviatano internazionale, lโunica possibilitร per la pacificazione del continente; sottolineando cosรฌ, in modo indiretto, il carattere utopico di un โordineโ internazionale privo di una forza in grado di imporre tale ordine con lโimperium.
Proprio in seguito al trauma napoleonico, in Europa si attua il primo tentativo โufficialeโ di comporre un sistema di check and balance tra grandi potenze. Al congresso di Vienna (1815) si pongono le basi del cosiddettoโconcerto europeoโ, una sorta di โpatto di non concorrenzaโ tra le nazioni vincitrici delle guerre napoleoniche (Prussia, Austria, Inghilterra e Russia).
Lโereditร di Vienna garantรฌ allโEuropa piรน di mezzo secolo di bassa belligeranza. Tuttavia sarebbe eccessivo leggervi la conferma della possibilitร di dar vita a un ordine internazionale davvero acefalo. Il โconcerto europeoโ infatti resse soprattutto per due ragioni. La prima รจ che rappresentava il tentativo delle โvecchieโ รฉlite europee di arginare la marea montante delle masse popolari post-Rivoluzione francese. In quanto tale, esso si alimentava del senso di precarietร delle suddette รฉlite. Le quali, pro tempore, accantonarono vecchie aspirazioni belligeranti per non rischiare di turbare il fragile status quo in cui erano radicati i loro privilegi. Il secondo รจ che il โconcerto europeoโ si iscriveva in un โordineโ piรน ampio, una sorta di vincolo esterno, basato, questo sรฌ, sulla forza di un egemone pressochรฉ globale: lโimpero inglese.
A questo punto dovrebbero ormai baluginare tre cose. La prima รจ che lโidea stessa di un ordine internazionale, basato su istituzioni piรน o meno formalizzate e sul rispetto di regole e patti piรน o meno trascritti, รจ unโidea di matrice interamente occidentale. Non ne esistono equivalenti in altre culture politiche. La seconda รจ che il presupposto di ogni ordine internazionale funzionante, รจ la presenza, manifesta o meno, di un potere sopra gli altri, in grado di ergersi a garante di tale ordine. La terza รจ che la ricerca di un ordine fu, fin dal principio, la reazione a una serie di catastrofi belliche, durata quasi trecento anni e che sconvolse lโintera Europa. Tale ricerca rispondeva a considerazioni umanitarie e di sicurezza ma, a parte ciรฒ, non portava con sรฉ eccessivi bagagli politici o ideologici (se non quelli che naturalmente gli discendevano dallโessere un prodotto dellโilluminismo).
Infine: una volta che quella ricerca produsse una sorta di โordineโ piรน o meno duraturo, esso per reggere necessitรฒ della connivenza (e della convenienza), decisamente pragmatica, di specifici strati sociali, allโepoca ancora dominanti. Per queste ragioni quando gli equilibri politici โ interni ed esterni a diversi Stati europei โ mutarono, anche il principio dellโordine ne risentรฌ.
ร esattamente ciรฒ che accadde al concerto europeo quando, tra fine Ottocento e inizio Novecento, nel Vecchio Continente emersero attori che non ritenevano soddisfacente la loro posizione al suo interno: su tutti la โnuovaโ Germania guglielmina, insofferente a un sistema di regole che, a detta del Reichstag, la Germania unita da Bismarck non aveva contribuito a scrivere e che era disegnato per favorire gli interessi anglo-francesi. Le conseguenze sono, purtroppo, note. Allo sforzo tedesco di trattare un nuovo ordine si deve non solo la prima โcorsa agli armamentiโ della Storia ma si possono addebitare la Prima e, per rimbalzo, anche la Seconda Guerra Mondiale.
Dalle catastrofi della prima metร del Novecento, escono distrutti o in irreversibile declino ben quattro grandi imperi e, con loro, altrettanti โordiniโ geopolitici: gli imperi austriaco, inglese, ottomano e russo. Al loro posto, ai due estremi dellโEuropa, crescono due nuove grandi potenze: gli Stati Uniti a ovest e lโUnione Sovietica a est.
A guerra ancora in corso, entrambe queste potenze si adoperano alla costituzione, ciascuna, di un proprio specifico ordinamento, non solo geografico e politico ma anche valoriale ed ideologico. Data la Storia e la cultura socio-politica americana, e piรน in generale anglosassone, due grandi istituzioni โ la democrazia e il mercato โ fungono inevitabilmente da pilastri del โnuovo ordineโ post-bellico. Che, anche per questo motivo, viene presto definito โliberal International orderโ.
Vale la pena notare a questo punto un dato di natura geografica. Ovvero che, con la definitiva ascesa degli USA, il problema dellโordine internazionale (che รจ problema, come detto, di origine europea) esonda dai confini europei, dovโera nato, e diventa compiutamente โintercontinentaleโ. Esso non si limita a un unico territorio ma, includendo lโAmerica, si identifica ormai con un โgrande spazioโ composito: lโemisfero Atlantico.
Ciรฒ accade giร con la creazione della Societร delle Nazioni dopo la Prima Guerra Mondiale e, ancor piรน dopo la Seconda, con la creazione di un intero parco di istituzioni di marca occidentale ma respiro globale: le Nazioni Unite, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, la NATO. Istituzioni, tutte, inserite nel piรน ampio quadro egemonico e securitario della Pax Americana, proprio come il concerto europeo esisteva in relazione alle garanzie fornite dalla Pax Britannica.
Il fatto che queste istituzioni crescano nel solco della contrapposizione con il modello dellโUnione Sovietica, fa sรฌ che i richiami al loro imprinting liberale risultino piรน marcati e frequenti. Tra anni โ50 e โ80 si produce cosรฌ un vero e proprio rafforzamento โideologicoโ del concetto di โordine internazionaleโ, che in origine era, come si รจ visto, relativamente neutro. Durante la Guerra Fredda esso si carica invece di connotazioni sempre piรน politiche e dai contorni quasi dogmatici. In particolare si rafforzano i richiami retorici al concetto di libertร , politica ed economica, ovvero il principale elemento di distinzione tra sistema democratico-capitalista e totalitario-comunista. Diventano enormemente popolari espressioni-slogan come โmondo liberoโ etc.
Emerse allo scopo di fare da contrappeso alla proposta ideologica dellโURSS, esse rappresentano il versante culturale-retorico della โdottrina del contenimentoโ. Proprio come lโereditร di quella dottrina (di cui abbiamo giร parlato su Macro), anchโesse sopravvivono alla caduta dellโURSS. Si puรฒ anzi ben dire che lโeccezionalitร dellโunipolar moment, il periodo tra anni โ90 e 2000 in cui gli Stati Uniti si ritrovano unico egemone globale, costituisca una parentesi di ulteriore potenziamento del peso ideologico dellโ โinternazionalismo liberaleโ.
Di fatto sono gli stessi anni in cui si comincia a parlare e scrivere di โrules-based international orderโ. Per quale motivo questa espressione si diffonde, in quale contesto politico internazionale, in risposta a quali avvenimenti e con quali effetti sul presente, sarร il tema della prossima puntata. A venerdรฌ.
Il โmoderato internazionalismoโ di Pericle.
Come cambia la mappa dโEuropa prima, durante e dopo il congresso di Vienna.
Dal liberalismo al nazionalismo: il caso della Germania ottocentesca.
La prima โcorsa agli armamentiโ della Storia.
Le scansioni di numerosi documenti ufficiali della conferenza di Yalta del 1945.
Why we fight, la serie di documentari patriottici girati da Frank Capra tra il 1942 e il 1945, contiene uno dei primi usi noti dellโespressione โfree worldโ in relazione agli Alleati. Finita la guerra essa finirร per indicare estensivamente il trio: Stati Uniti + Europa occidentale + Giappone.
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Sabato a Piacenza, save the date: